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Trieste oltre Trieste
(Sintesi)
- Confndustria Trieste
1) sviluppare ulteriormente il
marketing territoriale
e
l’azione di sistema
tra i sog-
getti e gli operatori del turismo:
2)
modernizzare le strutture
recettive esistenti (anche in quest’ambito il tema della
sostenibilità e della qualità della vita potrebbe giocare un ruolo importante) e
le
infrastrutture
relative (ad esempio, i centri congressi così come le agenzie turi-
stiche): oggi per un turista è centrale la qualità di ogni esperienza del soggiorno;
3) puntare sulla
formazione
continua degli operatori del turismo degli albergatori,
degli operatori degli info point, di quelli dei bar e ristoranti e di quelli dei musei
e degli altri luoghi di interesse;
4)
predisporre un’offerta
che preveda sia l’acquisto di pacchetti già confezionati,
sia la possibilità di modulare l’esperienza turistica in base alle proprie esigenze
(alloggio, servizi, card, visite, ecc.);
5)
migliorare e sfruttare meglio le infrastrutture di accesso
, in particolare dal pun-
to di vista dei collegamenti ferroviari di lunga percorrenza e lo sviluppo del porto
in ambito crocieristico.
c) Portualità… un’azione di sistema
Per quanto riguarda la portualità, l’analisi degli studiosi richiama l’esigenza di inse-
rire lo sviluppo del porto di Trieste nell’ambito di una visione più ampia che coin-
volga tutti i porti dell’Alto Adriatico, come risposta ad una competizione globale
particolarmente agguerrita che può compromettere la possibilità e la potenzialità di
tali scali di diventare la porta di accesso privilegiata ai mercati d’Europa. In questa
logica, si prospetta uno sviluppo coordinato e integrato dei porti italiani di Ravenna,
Venezia e Trieste insieme a quelli di Capodistria e di Fiume che, tuttavia, già oggi
richiede importanti interventi per quanto riguarda le infrastrutture di rete, stradali e
ferroviarie, e i terminali interportuali. E che ipotizza anche una revisione importante
della legislazione portuale italiana utile a migliorare la gestione dei porti, dei servizi
e dei soggetti in essi operanti da parte delle Autorità Portuali.
All’interno di questo progetto di sistema ciascun porto deve operare per sviluppare
la propria capacità di traffco al fne di contribuire concretamente a raggiungere,
in un arco di tempo pluriennale, complessivamente una soglia-obiettivo di 8-10
milioni di Teu, calcolata come quota minima per rendere conveniente allo shipping
mondiale il servizio diretto Europa-Estremo Oriente.
Trieste, quindi, anche in tema di portualità è chiamata a guardare oltre Trieste, non
per rinunciare a sviluppare le proprie singole potenzialità, ma per sviluppare queste
a favore di un progetto competitivo per i porti dell’Alto Adriatico che vede l’insieme
degli stessi “vincere tutti insieme o perdere tutti insieme”.
Nello specifco Trieste è chiamata ad operare concretamente per migliorare e in-
crementare il suo ruolo sia come portualità per la regione Friuli Venezia Giulia, sia
come parte di una sistema più ampio.
Il porto di Trieste condivide con tutti i porti italiani alcuni limiti anche legislativi
ma anche infrastrutturali, soprattutto in termini di rete ferroviaria, che impedisce
alla logistica nazionale di essere fortemente competitiva a livello internazionale.