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Trieste oltre Trieste
(Sintesi)
- Confndustria Trieste
4. Scenari di sviluppo futuro: economia globale e dinamiche
industriali
Le modalità di sviluppo del
settore manifatturiero
negli
anni Duemila
si sono pro-
gressivamente modifcate e l’intervento della più importante
crisi
negli ultimi ottanta
anni ha messo ulteriormente in luce la necessità per le imprese del manifatturiero di
adeguarsi alla nuova realtà: il Centro Studi Confndustria in “Scenari Industriali” n. 1
del giugno 2010 ha mostrato come la geografa dell’industria mondiale e italiana sia
cambiata profondamente nel corso degli anni Duemila. L’affermarsi di nuovi produt-
tori e anche di nuovi mercati ha comportato la riorganizzazione delle fliere su scala
globale; la riduzione del grado di integrazione verticale dei sistemi industriali eu-
ropei e il decentramento delle fasi di lavorazione nelle economie emergenti hanno
permesso la costituzione di catene di fornitura globali che hanno di fatto aumentato
i traffci internazionali di beni intermedi. In questo panorama l’Italia, a partire dal
1996 e fno alla crisi, ha conosciuto una nuova fase di sviluppo del manifatturiero
caratterizzata dalla riduzione del numero delle imprese e dalla stabilizzazione (se
non già l’aumento) della dimensione media d’impresa. La crisi è intervenuta in que-
sto contesto e ha messo fuori gioco molte delle imprese che non si erano ancora
attrezzate ristrutturandosi. In un mercato di fliere globali l’
internazionalizzazione
è
una delle variabili chiave per lo sviluppo e il recupero di competitività delle imprese
manifatturiere. Assieme a: la capacità di
innovazione
ad alto contenuto di conoscen-
za
che permette di passare a una produzione sempre più
brain intensive
; la capacità
di innovare i prodotti e anche il modo di fare impresa, e quindi l’
apertura all’esterno
in termini di capacità manageriali e fnanziarie; la capacità delle imprese di
aggre-
garsi
e fare rete-sistema; la capacità di mantenere alta la
reputazione dell’azienda
attraverso l’attenzione alla
qualità del prodotto
(ad esempio, il caffè), a uno standard
che sia facilmente riconoscibile come autentico
made in Italy
e possa trovare sboc-
co nei nuovi mercati di consumo “emersi” dopo la crisi; la capacità di
soddisfare
rapidamente
le esigenze dei clienti.
Adoperando queste leve, molte imprese hanno
attraversato la crisi uscendone se non vincenti, per lo meno non sconftte e pronte a
ripartire per un futuro di sviluppo e di successo.
5. Per Trieste: un’industria Es.Te.Ta.
Lo sviluppo del tessuto industriale triestino deve basarsi sulla riorganizzazione della
struttura produttiva, con particolare attenzione alle micro e piccole imprese, sulla pro-
mozione della fliera del sapere e della conoscenza e sulla valorizzazione del capitale
umano. Vanno sciolti alcuni nodi che frenano la competitività delle imprese a comin-
ciare, da una parte, da un’offerta di ricerca, innovazione e alta formazione di capitale
umano intellettuale ancora poco collegata con il mondo delle imprese e dall’altra un
sistema delle imprese, le quali sono in grandissima parte piccole e piccolissime, e con
mezzi troppo scarsi per fare i necessari investimenti in capitale immateriale e, quindi,
in R&S in modo da poter introdurre innovazioni di prodotto e di processo.