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Trieste oltre Trieste
(Sintesi)
- Confndustria Trieste
sotto delle effettive capacità infrastrutturali disponibili.
La crisi triestina non può, dunque, venir considerata a mera valenza congiunturale,
ma ha innegabili connotazioni strutturali, sulle quali è urgente intervenire, per evi-
tare un ulteriore scadimento e una non escludibile progressiva marginalizzazione.
Il porto di Trieste: dati
I dati relativi agli ultimi anni evidenziano che lo scalo triestino, relativamente al traf-
fco containerizzati, si colloca al terzo posto nel contesto della portualità alto adria-
tica; si tratta di una posizione che segna un regresso per il porto che, alla fne del XX
secolo, era di gran lunga, con riferimento ai container, il primo terminale adriatico.
Viceversa, nel corso del 2010, il porto di Capodistria ha realizzato una signifcativa
performance, raggiungendo i 470.000 Teu, livello mai raggiunto da un porto adria-
tico.
Nel corso del 2011, si sta registrando un rilevante incremento del traffco contai-
nerizzato anche nello scalo triestino; quest’anno verranno sicuramente superati i
400.000 Teu movimentati, quota mai in precedenza raggiunta dal terminale del
Molo VII.
Nel solo mese di agosto sono stati movimentati oltre 40.000 container, cifra che
rappresenta per il mese in questione un autentico record.
Si tratta di indicatori che debbono trovare conferma nei mesi futuri per poter parlare
di autentica evoluzione tendenziale per lo scalo giuliano; peraltro, se coniughiamo
tali dati con la performance registrata lo scorso anno dallo scalo capodistriano, pos-
siamo ritenere di avere elementi suffcienti per affermare che la portualità dell’Alto
Adriatico, nel suo complesso, è in grado di attrarre crescenti correnti di traffco,
premessa questa, che è alla base dei progetti che sono stati presentati per il suo po-
tenziamento.
I punti di forza
Il porto di Trieste condivide con gli altri porti dell’Alto Adriatico (da Ravenna a Fiu-
me) una collocazione da considerare ottimale nei confronti di vaste aree di mercato,
ubicate nella pianura padana e al di là della barriera alpina.
Un ulteriore elemento di forza per lo scalo triestino è la presenza di fondali naturali
di tutto rilievo (i migliori dell’Alto Adriatico) non necessitanti di specifci interventi
per accogliere le grandi portacontainer; tale situazione fa del porto giuliano un ri-
ferimento naturale importante in vista del prevedibile aumento dimensionale delle
navi destinate al trasporto di contenitori. Già oggi, in molte situazioni, per i servizi
che fanno più toccate nell’Alto Adriatico, Trieste si confgura come prima tappa per
realizzare un alleggerimento che consenta successive soste in porti meno dotati dal
punto di vista del pescaggio.
Un terzo punto di forza per Trieste, da considerare in proiezione futura strettamente
collegato a Monfalcone, è la diretta connessione con la linea ferroviaria Pontebbana,
che rappresenta la più diretta e conveniente tratta terminale del Corridoio Baltico.
Si tratta di una premessa essenziale per avviare qualsiasi progetto di potenziamento